Chi non dubita non cubita


martedì 20 marzo 2012

L'OMBRA DEL CULO


E' passato un po' di tempo dall'ultimo articolo di questo dubbioso blog, e ci sarà un perché.
Le palle, a livello politico-mediatico, si sono tanto ingrossate da diventare chiappe. 
Il dubbio, gonfiandosi, è diventato culo, e ho pensato seriamente di cambiare il titolo a questo mio organo riproduttivo d'opinione.
Per fortuna poi ho lasciato quello vecchio: mi sarebbe saltata tutta l'hitchcockistica a cui si ispira.


Però che palle... chiappe... insomma, cose rotonde. 
E comunque è meglio sedersi sulle chiappe che sulle palle, questo è poco ma sicuro.


Perché dunque questa fase stagnante? 
Noia, disgusto, vomito mentale, emorragia intellettuale, rifiuto viscerale, istinto di conservazione, difese inconsce, scudi morali, barriere psicologiche, barricate istintive... Può bastare?
Forse no. E allora faccio qualche nome.


MARIO MONTI - Non lo sopporto già più. E non solo perché con la scusa dell'Europa sta affamando l'Italia e gli italiani, ma perché proprio non lo posso più vedere. Lui è l'immagine positiva dell'Italia, l'uomo per bene, la faccia pulita, l'aplomb inglese di una nazione latina. E' quello che ci rifà l'immagine nel mondo, che ripulisce le sbrodate del suo predecessore, che spazza via tutta la gnocca residua, ma che in realtà ci toglie ogni caratteristica peculiarità in nome di un dio vile e danaroso che siede dietro uno sportello bancario.
E ha fatto in modo da far rincarare tutto per tutti. Tanto lui denuncia un milione e mezzo di reddito, che potrà mai fregargliene?


ELSA FORNERO - La maestrina dalla penna nera. Quella che dice: "Si fa quello che dico io e basta!". Chi non è d'accordo si ciucci. Un personaggio miracolato dalla ribalta improvvisa a cui è stato portato da un piantino alla Stanlio. Una che piange alla parola "sacrifici" ma che ne distribuisce a dosi tossiche. 
Gli Ainu, antichi abitanti di un'isola giapponese, uccidono l'orso, e quando lo mangiano piangono e gli chiedono scusa. 
Gnam gnam. 
Elsainu Fornero fa lo stesso. E l'orso siamo noi.
Al di là di tutto questo, antipatica a morte.


IL SOTTOSEGRETARIO POLILLO - Maschera italiota mandata in tutti i talk-show a rappresentare il governo. Spesso a domande imbarazzanti dice che non tocca a lui rispondere. Persona seria, sicuramente, anche se spesso ride. Lui può ridere, gli italiani no.


IL MINISTRO DEGLI ESTERI... COME SI CHIAMA? - Gli fregano i marò sotto il naso, gli ammazzano un sequestrato senza avvertirlo, poverino: ma che ci sta a fare?
Questi personaggi sono stati messi lì per contare i quattrini, come possono affrontare problemi di altro tipo?


I POLITICI TUTTI, NESSUNO ESCLUSO - Ad ogni livello, locale o nazionale, danno esempio di corruzione per lo più, e comunque di fame di denaro, quello che manca a tanti italiani ma che si fanno versare abbondantemente anche se i loro partiti non esistono più. Viene quasi da pensare che Lusi non sia più spregevole di quelli a cui ha sottratto tutti quei milioni.
Schifo supremo!!!


FRANCESCO SCHETTINO - Uno profondamente sfortunato, diventato il simbolo della codardia, che paga e pagherà cara una cazzata che è costata molti morti, ma mai quanti ne costano le cazzate dei nostri governanti, che stanno portando letteralmente al suicidio più vittime di quelle causate dall'imbecille schettineria di un ex privilegiato.


IL GRANDE FRATELLO - Programma profondamente immorale in cui si portano vili trombatori di donne a denunciare le loro compagne di letto per mettere in crisi presunte situazioni amorose. Eppure era partito come un interessante esperimento sociale, diventando nel tempo un orrido serbatoio di lacrime e sperma.


La lista potrebbe continuare molto molto a lungo, perché lo schifo è diffuso a livello globale, ma lo spazio qui non è abbastanza grande da contenerlo tutto. E il brutto è che non c'è abbastanza posto nemmeno dentro di me. Per questo la mia pazienza scoppia.
Spero che faccia tanto male, questo scoppio, a chi non merita che una scorreggiona atomica in faccia. Ci provo?


PRRRRA'!!!


Macché, niente, sono ancora tutti lì.


Gianni Greco