Chi non dubita non cubita


giovedì 1 marzo 2012

LO SPARO



Pubblico qui e ora un breve racconto ancora inedito che scrissi nel lontano 2006. 
Non cambio una virgola né un nome. Lo trovo alquanto attuale, e buona materia di meditazione.


LO SPARO


BANG!
SWISH!

All’inizio fu come una puntura di zanzara, ma senza zanzara. D’inverno non ce ne sono, di zanzare.
Proprio lì, all’altezza dello stomaco. Oh, niente, niente…
Ma poi fu come un piccolo trapano che scavava.
No! Cos’è? Via, via!…
Macché: non c’era nessuna bestia. Il buchetto si era però allargato. Che buffo! Oddìo, più che buffo… insolito, no? E anche un po’ preoccupante.
Il trapano cambiò improvvisamente la propria testina. Più grossa, questa volta. E più lunga. Strano che non desse alcun dolore. Ma il rumore si avvertiva: trrr… trrr… trrr… trrr…
Guardando in in giù Monty poteva vedere il buco. Ma il trapano era invisibile. Eppure: trrr… trrr… trrr… trrr…
Non era possibile riuscire a scorgere il fondo dello scavo. Forse allo specchio. Sì… Ecco…
Madonna come procedevano veloci i lavori! Trrr… trrr… trrr… trrr...
Lo stomaco fu perforato in men che non si dica. Il buco stava per raggiungere l’altra estremità.  Sarebbe passato presto da parte a parte. Infatti passò.

ZAC!

Incredulo, Monty restò in piedi per un po’, poi dovette accasciarsi. Perché quando ti hanno sparato, con un buco in corpo non si può stare in piedi. Bisogna accasciarsi. Funziona così in tutti i film.
Addio per sempre, Monty! Cadde meditando vendetta.

SBAM!

Quando il monte prospiciente il grazioso specchio d’acqua lacustre si accasciò, gli operai del tunnel morirono tutti schiacciati dall’immensa massa rocciosa.

TAV!


Gianni Greco