Chi non dubita non cubita


giovedì 16 febbraio 2012

MA CHISSENEFREGA DELLA FARFALLA DI BELEN!


Lungi da me disprezzare la fica. Ci mancherebbe!
Ma se penso a quella di Belen ciucciata da Corona (ecc.) proprio non riesco ad eccitarmi, sia pur anche solo mentalmente.


La signorina in questione, di bellezza non eccelsa peraltro, esibisce sul palco di Sanremo il proprio inguine farfallato promettendo visioni ulteriori della sua passera spelacchiata ai guardoni più stupidi, incassando fior di quattrini, accanto a una Canalis succhiata dalle streghe, gambe storte e aspetto segaligno.
E in due non sanno nemmeno portare a termine decentemente una presentazione.


Le due pulzelle d'alto bordo rappresentano bene l'imbecillità italica, pronta a incensare sia dittatori più o meno mimetizzati che topastre d'import-export.


Ebbene, io sono un italiano contro vento. Mi piace chi ha qualcosa da dire, da fare, da dare.
E anche se certe signorine la danno a molti, io le rifiuterei. 
E posso dirlo a cuor leggero, dato che, non essendo milionario, non sarei minimamente preso in considerazione per una donazione.




La volpe e l'uva? Forse. Ma mettetemi alla prova.
Tipo: arriva Belen, scosta la gonna, mi mostra la farfallina, poi mi fa vedere di più, tutta smutandata.
A questo punto mi dice: "Prendila, è tua!".
E io rispondo: "No. Non la voglio. Preferisco una donna meno vistosa ma che sappia parlarmi dentro. Una che sia mia, solo mia, che mi ami e che io ami. Ricopriti, non mi piaci, non m'interessi. Pussa via!".
Che soddisfazione sarebbe! Più di una superscopata.


A questo punto chi legge penserà: "Ora questo bischero si sveglia tutto sudato: era tutto un sogno, o meglio, un incubo".
E invece no. Uso invece questa similitudine per dolermi di non poter dire di no a una Belen, ma soprattutto di non poter rifiutare un governo affamatore.
In ogni caso la fame c'entra sempre: la fame degli italiani sia di fica impossibile che di impossibile libertà, intendendo libertà come possibilità di decidere del proprio destino.


La libertà che solo uno che si chiama Celentano può esercitare, e in più pagato 350.000 euro a botta.
E poco attenua lo stupore sapere che il frutto delle sue prediche sul servizio pubblico andrà tutto in beneficenza: deve decidere lui chi beneficiare con i miei soldi?




In ogni caso, se chiudono Famiglia Cristiana e L'Avvenire non mi metto a piangere...


Gianni Greco