Chi non dubita non cubita


giovedì 12 gennaio 2012

L'UOMO CHE GUARDAVA LONTANO


Si chiamava John Elfreth Watkins, jr, e faceva l'ingegnere. Ma quello per cui lo ricordiamo non fu pubblicato su una rivista specializzata nel suo settore, bensì su una più leggera rivistina femminile intitolata "The Ladies' Home Journal", insomma il giornale delle casalinghe.




Forse il tema dell'articolo era troppo frivolo per essere accettato da organi ammantati di ufficialità. In fondo si trattava solo di spigolature, di curiosità che oltretutto nessuno che fosse vivo allora avrebbe potuto constatare.
Eravamo, anzi, erano, all'inizio del '900, e l'ingegner Watkins si divertì a immaginare il mondo come sarebbe stato dopo cento anni, nel 2000.
E, in mezzo ad alcune previsioni errate, il brav'uomo riuscì ad azzeccare con un anticipo spaventoso conquiste che al suo tempo erano assolutamente inimmaginabili.




"Queste profezie sembreranno strane, quasi impossibili"
Così iniziava l'articolo.
Ed ecco cosa 'vide' Watkins: "Telefoni senza fili e circuiti telegrafici inonderanno il mondo. Un marito in mezzo all'Atlantico si intratterrà con la moglie seduta nel suo salotto di Chicago e si telefonerà in Cina come oggi si telefona da New York a Brooklyn". Ed ecco i cellulari. 
Aggiungendo: "Le persone si vedranno, scambieranno informazioni abbattendo le distanze. Gli uomini vedranno in tutto il mondo. Le cose e le persone saranno portate davanti ai nostri occhi con l'obbiettivo di telecamere collegate elettricamente a schermi dall'altra parte di circuiti collocati a migliaia di miglia di distanza". La televisione. 
E, rincarando la dose: "Se avverrà una battaglia in Cina le fotografie dell'evento saranno pubblicate sui giornali un'ora dopo con tutti i colori della natura". La fotografia digitale.
Il buon Watkins era particolarmente forte nelle telecomunicazioni. Con una certa propensione per la Cina, come esempio di terra lontana.




Che tempi, quelli, in America. Un ometto poteva scrivere un articolo e passare ai posteri solo per quello. A Jules Verne sono serviti romanzi e romanzi, e a Leonardo Da Vinci un'intera vita di genio.
L'intraprendente Watkins previde anche la crescita della statura media degli americani di 5 cm., cosa avveratasi puntualmente. E i cibi precotti: "Acquisteremo cibi già cotti in negozi che sembreranno le attuali panetterie". Per non parlare delle coltivazioni in serra: "Si utilizzerà la luce elettrica per far crescere le verdure simulando la luce del sole". E preconizzò le attuali forzature alimentari citando "fragole grandi come mele".


Ma il buon profeta, tra le previsioni azzeccate, ne toppò altre. Per esempio, affermò che le grandi città si sarebbero svuotate di automobili e che le persone avrebbero camminato per 16 km. al giorno, che gatti, topi, cavalli e zanzare sarebbero spariti dalla faccia della Terra, il Nicaragua annesso agli Stati Uniti e le lettere C, X e Q abolite in quanto diventate superflue.
Più che previsioni queste ultime sembrano pii desideri dello scrivente, e niente tolgono, in fondo, alla sua grande visione del futuro.




E oggi, in pieno Terzo Millennio, cosa immaginerebbe Watkins per i prossimi cento anni?
Non oso immaginarlo, ma un po' di ipotesi le butto là io: 
il teletrasporto, la conquista del Sistema Solare, il contatto con entità extraterrestri, la vita lunga 200 anni, la sconfitta delle peggiori malattie, e, volendo esagerare, l'immortalitàMa solo per i ricchi.


Chissà che fra 100 anni non mi citino... per aver sbagliato ogni cosa!
Per evitarlo, preconizzo anche la fine del mondo.
Ma sarò furbo?


Gianni Greco