Chi non dubita non cubita


lunedì 16 gennaio 2012

CAPITANI CORAGGIOSI


L'Italia è ben rappresentata dai suoi capitani.
Gente coraggiosa, che non abbandona la nave fino all'ultimo.
Ehm... forse ho sbagliato nazione.




Ci dicono che il capitano della Costa Concordia, naufragata in un bicchier d'acqua al Giglio, non solo abbia messo a repentaglio la vita dei suoi oltre 4000 passeggeri avvicinandosi troppo all'isola per salutare non si sa chi, ma che abbia anche abbandonato la nave prima di molti altri. 
E bravo! Perfetto rappresentante dell'attuale Paese in cui ci dibattiamo.


Ma la lista dei "Capitani Coraggiosi" non finisce qui.
Abbiamo un campionario formato, come direbbero le più tristi pubblicità locali, da una vasta gamma di articoli.
Un bel capitano, per esempio, se l'è ritrovato l'Atalanta.




Cristiano Doni ci rappresenta bene, non c'è che dire.
Perché non dobbiamo ritenerlo solo il capitano di una squadra di calcio, bensì quello di un'intera genia di disonesti, ingannatori non soltanto a proprio beneficio, ma soprattutto a scapito di tanti: in questo caso dei poveri e sempre più sfigati tifosi, che forse stupidamente, ma col cuore, danno tutti loro stessi a chi li piglia per il culo.
Per mia fortuna non faccio parte della categoria. Ma conosco i tipi, e li compiango.


Poi ci sono i cosiddetti capitani d'industria. Buoni quelli!
Ne cito uno per tutti.




Callisto Tanzi, certo, proprio lui.
Bellafica sì!, si direbbe a Firenze. Inutile rievocare le sue incredibili malefatte parmalattiche. Le conosciamo bene.
Un classico 'rovina famiglie', tranne la sua. Ma alla fine ha rovinato anche quella.


Questa breve rassegna, formata tutta da capitani parecchio scarsi che però almeno sono finiti in carcere, vuole essere solo esemplificativa, e potrebbe estendersi a capitani di tutti i tipi: politici, militari, scolastici, sanitari... la maggioranza dei quali il carcere non lo vedrà mai.


Decisamente non siamo una nazione di "Capitani Coraggiosi".



Basta che uno arrivi al vertice e se ne approfitta. Fa i cazzi propri. Frega più che può e fin che può. Tanto chissenefrega: lo fanno tutti.






Povero Kipling: lui dava ai suoi capitani ben altro spessore.




Scusa, Rudyard, mi permetti di citare un altro grande scrittore? (Me lo permette sì: è dal '36 che non fiata).
E allora cito Herman Melville.
Perché?




Perché avremmo bisogno di un vero Capitano Coraggioso, almeno uno.
Come il Capitano Achab.
Con lui le balene bianche (ma anche gli squali, gli sciacalli, gli avvoltoi, i caimani, i piraña, persino le serpi, le zecche e le zanzare) non avrebbero scampo.


E allora...
Fiooocinaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!
Zac!
Beccata una zanzara.


Gianni Greco


-- Questo è il 50° articolo de "L'ombra del dubbio" dal 7 novembre 2011 ad oggi. Ringrazio tutti coloro che hanno letto, ospitato, commentato e abbondantemente condiviso i miei articoli in Italia e nel mondo, e già che ci sono ringrazio anche me stesso, visto che sono riuscito a tenere duro senza ubbidire ad alcuna sollecitazione di parte o motivazione economica. 
I prossimi ringraziamenti al n° 100.